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Ghiaia 100% riciclata 16/22mm

Ghiaia 100% riciclata 16/22mm

Ghiaia Riciclata: Rigenerazione di Materiali per un Ambiente Sostenibile

La ghiaia 100% riciclata è un aggregato derivante dal trattamento di demolizioni selezionate esclusivamente di calcestruzzo e materiali lapidei. Il materiale è calibrato e depolverato, e marcato CE per l’impiego in calcestruzzi e nell’edilizia in generale. In particolare, ha una granulometria da 16 mm a 22 mm e fa riferimento alla norma UNI EN 12620.

CAMPI D’IMPIEGO
La ghiaia 100% riciclata 16/22 è stata studiata per rappresentare il miglior materiale da recupero per calcestruzzo destinato a progetti che necessitano di rispettare i CAM (Criteri Ambientali Minimi).

CERTIFICAZIONI

  • Prodotto marcato CE in conformità alla norma tecnica: UNI EN 12620 – “Aggregati per calcestruzzo”
  • Conforme alla UNI EN ISO 14021:2016“Etichette e dichiarazioni ambientali - Asserzioni ambientali autodichiarate (etichettatura ambientale di Tipo II)”
  • Verifica effettuata da ente terzo ICMQ

CONFEZIONI
Il materiale può essere:

  • Ritirato sfuso direttamente presso il nostro impianto
  • Consegnato tramite la nostra flotta aziendale

Contattaci per maggiori informazioni.

Sentiamo sempre più spesso parlare di economia circolare, sostenibilità, ambiente "green" e responsabilità ecologica. Sappiamo tutti che, per raggiungere una crescita realmente sostenibile, dobbiamo fare i conti con l’inevitabile impatto dell’uomo sull’ambiente. Ma in concreto, cosa possiamo fare?

Le azioni di miglioramento sono praticamente illimitate e coinvolgono scelte quotidiane, che vanno dal singolo cittadino fino alle decisioni condivise a livello globale.

Orobica Inerti ha scelto di essere protagonista attiva di questa rivoluzione, adottando un nuovo modo di pensare e di agire per costruire un presente sempre più sostenibile. In questa direzione, ha sviluppato una gamma di prodotti in grado di sostituire l’uso di materiali naturali, limitando così l’estrazione dal territorio.

Nello specifico, oggi parliamo di aggregati riciclati per il calcestruzzo. Pochi sanno che il calcestruzzo armato è il secondo materiale più utilizzato al mondo in termini di peso, superato soltanto dall’acqua. Intervenire sul suo ciclo di vita, introducendo elementi riciclati, ha quindi un impatto enorme in termini di risparmio di risorse naturali.

La filiera è concettualmente semplice: il calcestruzzo ritorna calcestruzzo. Il processo consiste nella selezione di demolizioni in calcestruzzo, che vengono poi frantumate, vagliate e lavate, così da ottenere aggregati grossi (tra 8 e 16 mm) conformi alle norme UNI EN 12620 (aggregati per calcestruzzo) e UNI EN 11104 (percentuali da impiegare nelle miscele).

Classificazione degli aggregati

Le normative distinguono due tipologie principali:

  • Tipo A: aggregato con contenuto minimo di materiali estranei;

  • Tipo B: aggregato con contenuti maggiori di materiali non conformi (es. laterizi).

Queste classificazioni determinano le quantità massime impiegabili in base alla destinazione d’uso.

Il materiale riciclato si presenta generalmente molto fratturato, a volte parzialmente pulito dal cemento, altre volte sotto forma di agglomerato.

  • Quando è molto poligonale, aumenta la superficie specifica, richiedendo quindi più cemento nella miscela.

  • Quando è in forma di agglomerato, tende ad assorbire più acqua, con conseguenze sulla lavorabilità e sulla resistenza finale del calcestruzzo.

Sebbene il processo sia relativamente semplice, uno degli ostacoli principali è quello normativo: trattandosi di un rifiuto, la sua trasformazione in aggregato richiede un'autorizzazione al riciclo in regime almeno ordinario, con tutte le implicazioni burocratiche connesse.

Le quantità: un’opportunità concreta

È vero che nella miscela sostituiamo solo una piccola percentuale: per rispettare i CAM (Criteri Ambientali Minimi), bastano circa 150 kg di aggregato riciclato per ogni metro cubo di calcestruzzo (pari a circa 2400 kg). Tuttavia, serve una demolizione di partenza estremamente pulita, priva di materiali eterogenei, cosa non sempre scontata.

Inoltre, solo il 30% del materiale in ingresso può essere effettivamente riqualificato con caratteristiche idonee.

La sfida, oggi, è rendere questo prodotto più diffuso e accessibile. Se pensiamo che nel 2019 in Italia sono stati prodotti 28,5 milioni di metri cubi di calcestruzzo (fonte: Federbeton), avremmo potuto risparmiare circa 4,3 milioni di tonnellate di materiale naturale semplicemente rispettando i CAM.

È evidente, quindi, l’importanza strategica di questo approccio e vogliamo essere in prima linea nella creazione di un valore realmente sostenibile.

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